A SANTA ROSALIA - DI SANTI LO CURCIO
In nobil casato nata
amasti tanto Gesù
d'abbandonare ogni ben.
Tramutasti ricchezza e
delizie tua casa
in orrore e asprezza.
Dall'orribile roccia
della Quisquina
scendesti in angusto pertugio.
Poi non contente fosti
sul Pellegrino fiore
puro, incontaminato.
Nenna nobile dimora
desti fida Provvidenza
alla terra del signore.
Ivi trovasti costanza,
per tua sicura prova,
ma non minor asprezza.
L'angelica tua vita,
oh vergine;fama ti diè
e vennero a pregarti.
La "Rocca naturale"
che Plinio così definì
fu meta dei fedeli.
A tutti davi conforto,
conosciuta amata
da tutti palermitani.
Dalla peste del 1624
che fragellò Palermo
salvasti molte vite.
D'allor sei nei cuor
della natal città
che ti continua ad amar.
Una sol cosa vuoi
che si rispetti: promessa
fatta va mantenuta.
Sia lode a te Rosa-
Lia o Rosa- giglio;
patrocinaci Santuzza.
Tratta dal libro " Santa Rosalia. La Santa dei Palermitani, tra storia, mito
e legenda. di Santi Lo Curcio e Calogero Messina.