LA FEDE ATTRAVERSO LE CAPPELLUZZE - di Santi Lo Curcio
Non c'è via, vicolo o cortile in tutti i quartieri della città di Palermo, dove non si incontri una edicola votiva.
Sono, queste, quella espressione di religiosità propria siciliana, che forse deve le sue origini a qualcosa di più antico e pagano che non al cristianesimo vero e proprio.
Il sentimento religioso popolare sempre presente nell'uomo fin dai tempi più antichi, si è manifestato in diverse forme visibili, tra le quali, appunto, la costruzione di edicole votive murali dedicate un po a tutti i Santi del Paradiso senza trascurare Cristo e la Madonna.
Costruiti con materiale poveri, hanno resistito agli anni e in alcuni casi a secoli. La gente, del quartiere in genere, si occupa del loro restauro e principalmente non fanno mancare mai un mazzetto di fiori freschi o anche di plastica, luci e lumini li rendono sempre visibili a chi si trova a passare, le guarda e solitamente recita una preghiera e si segna.
Per molti rappresenta un continuo e semplice dialogo con l'immagine, le si da del tu e le si pongono, quasi per ottenere consiglio e trovare soluzioni ai problemi di tutti i giorni. Quelli di famiglia o di qualche parente o vicino particolarmente caro.
All'inizio delle via Noce, all'angolo con l'arco di via Crociferi, se ne trova una particolarmente grande. Un vero e proprio Altare custodito da un cancello. E' molto bella, al suo interno possiamo ammirare un volto raffigurante Gesù Cristo ed altri Santi, oggetti antichi, ex voto di pregevole fattura. In omaggio alla Sacra Immagine, Sua Eminenza il Cardinale Alessandro Lualdi il 25 giugno 1922 vi celebrò una Messa. Come ci ricorda la targa in marmo affissa ad uno dei suoi lati.
La gente dei rioni popolari ancora oggi in occasione della ricorrenza della festa di qualche santo, addobba in modo particolare queste edicole votive e le festeggia con i cosiddetti " Triunf ". Famosi quelli per Santa Rosalia.
Una particolare storia miracolosa è documentata dal Mongitore nel su " Palermo divota di Maria" e interessa l'immagine dell'edicola votiva di vicolo Madonna del Cassaro.
Questa era detta un tempo vanella di Ventimiglia, perchè si apriva di fronte al portone del palazzo Ventimiglia, Baroni di Gratteri, che sorgeva in via dei Cartari. Cambiò nome per l'edicola posta sul fianco di palazzo Larderia con l'immagine della Madonna delle Grazie col Bambino e i SS, Lorenzo martire e Giuseppe, quadro dipinto da Gerardo Sturino nel 1639 ed ancora esistente in quel luogo.
Questa immagine era molto venerata dal popolo, in quanto ritenuta miracolosa. Tra le grazie elargite dalla Santa Effige la più famosa è appunto quella narrata dal Mongitore.
Racconta lo scrittore, che il Barone Gratteri quando usciva in carrozza, stentava a passare oer la vanella, già di per se stretta e buia, a causa dei fedeli raccolti in preghiera dinanzi all'edicola. Miracolosamente una mattina la strada fu trovata più larga e luminosa, cosicchè il barone potè agevolmente passare con la sua carrozza. E da allora è rimasta tale.
Come dicevo all'inizio sia sempre per grazia ricevuta.