NOTA SULLA STORIA DEI BEATI PAOLI - DI SANTI LO CURCIO (SECONDA PARTE)

Si mossero alcuni tristarelli fino a commendanre l'empio istituto, come se l'arbitraria briga di assassinare chiunque loro tornava a grado, sotto colore di vendicare le offese da altri ricevute, e di prestare un più forte abbraccio alla giustizia, potesse servire di scusa in una ben regolata società a commettere scelleratezze. Spregiate le patrie leggi, e coloro che vegliano a custodirle, e a farle eseguire, non resterebbe annullata la libertà civile, e i cittadini simili non diverrebbero a quei malvagi Trogloditi, di cui il Presidente di Montesquieu ci ha lasciato la più interessante dipintura? Or queti Beati Paoli... forse più di ogni altro luogo si furono nella città di Palermo a causa che lo sgherrismo, e il valentismo era bastantemente coltivato dalle persone potenti, e dai Baroni.
Le persone mezzane quindi, e di bassa estrazione, non potendo mantenere sicari pensarono di difendersi colle loro mani, tutt'effetto della debolezza della giustizia. di questa setta infernale, credo che sia Giuseppe Amatore scoppettiere, che a 17 dicembre 1704 fu impiccato a Palermo. Il ragioniere Girolamo Ammirata fu anche di questa scuola e nee pagò il fio col capestro alla gola nel piano del Carmine a 27 aprile 1725. Tutti solevano fare cattivo fine, e se non per mezzo della giustizia, però l'avevavno per mano de' loro stessi soci.
Il famoso vetturino in Palermo appellato Vito Vituzza che da me, Villabianca fu conosciuto ne' primi anni della mia età, fu l'ultimo facinoroso della compagnia de' Beati Paoli. Se la scampò costui dalla forca, perchè seppe attempo cambiar la mala vita; e fu allora che si pose con la corona alla mano nella chiesa di S.Matteo nel Cassero da mattina a sera; si ch'era da tutti chiamato il sorcio di quella chiesa. Pur tuttavia nelle occasioni di risse faceva egli delle scappate, in cui si leggeva tutto l'orrore della sua prima vita.
Li precettori e maestri di siffatti indegni uomini furono li Fraticelli eretici viziosissimi e carnali, che furono in Sicilia, ed esterminati dal governo. Eran costoro apostati de' frati minori di S.Francesco, i quali credevano in loro essere ricaduta la potestà del Penteficato, e del primo sacerdozio per rivelazione fattane da un angelo. Sotto qual dottrina pensavano togliersi di mezzo la persona del Papa; l che loro non riuscì, e si fecero lecito ogni sorta di delitto a titolo di giustizia, commettendo le più esecrande sozzure carnali. ( vedi Bernini storia della eresia ).
La casa del vivente giurisperito Giovanni Battista Baldi, a S.Cosimo, nella via di S.Maruzza, quartiere del Capo, attualmente ci dimostra il luogo delle loro sedute, e quel notabile anticaglia scrupolosamente ce lo conserva ( oggi questa casa appartiene al signor Saverio Blandano ). Vi andai a trovarlo appostamente io Villabianca, l'osservai con diligenza; e ne presi nota. Dal primo piano dell'ingresso di questa casa si passa per una porticina in un pianetto scoverto, in cui sorge un albero boschigno, e si cammina sovra lo strato di una volta ben larga di fabbrica, che copre la grotta, che vi sta sotto. Nel centro della volta è un buco con grata di ferro
che da adito alla luce nella sotterranea caverna. In questa scendesi per cinque scaglioni di pietra rustica; rimpetto presentasi un piccolo altare anche di pietra, e a lato si apre una piccola oscura stanza con tavola di pietra, ove scrivevansi gli atti e i decreti, che si facevano da quei micidiali giudici, ed era il luogo proprio della cancelleria. Da qui si entrava nella principale grotta, ch'era una ben larga camera con sedili e nicchie e scansie al muro, nelle quali posavano l'armi.
Or qui adunavansi questi settari, e tenevano le loro congreghe, e dopo il tocco della mezzanotte vi capitavano, onde tutto facevasi a lume di candela.
La ragione etimologica finalmente del perchè si appellarono Beati Paoli, questi nostri pelermitaninvendicatoi, e la notizia altresì dell'origine dell a fondazione del loro istituto, cioè in qual tempo sia stata eretta in Palermo questa ampia setta, non v'è stato libro finora, o uomo antico, che ne abbia potuto contentar la ricerca ad onta delle più assidue i minute diligenze, che per conseguimento di siffatta erudizione siano state da me a tutt'uomo adoperate.
Verisimilmente a mio credere sarà stato autore di questa vendicatrice unione qualche valente sgherro, che abbia avuto il nome di Paolo, o pure tal nme se l'abbia assunto come proprio di un santo, che pria di divenire vaso di elezione fu uomo d'armi, e piccandosi della bravura sol riponeva
Nella spada la sua legge e la sua gagione.
Vantandosi poi questo valente sgherro di essere un altro guerriero Paolo apostolo,, pensò d'imitarlo anche nella santità; e lo fece in metà per ognuno de' due caratteri; cioènil giorno la faceva da santo colla corona alle mani in chiesa; e perciò fu detto Beato Paolo; e la notte da capo sicario, come lo fù S.Paolo perseguitando i cristiani.

 

FINE